
All’Angelo non si seguono elenchi già confezionati, frutto della scelta di altri anche se motivati dalle migliori intenzioni. Si ricerca, si prova, si cambia: ogni bottiglia presente è frutto di personali decisioni.
Federico Zappa ha ben chiare idee di come vorrebbe la sua cantina. Il condizionale sta a significare il continuo lavoro di ricerca, il rifiuto di carte dei vini senz’anima.
A dare forma alle idee alcuni indirizzi: la valorizzazione della provincia in cui opera, intesa sia come aziende che come vitigni, la scoperta del poco conosciuto, talvolta del dimenticato.
Se esiste una caratteristica, inconfutabile, del patrimonio vitivinicolo italiano, ma anche di quello olivicolo, caseario… È la varietà di vitigni e vini, di cultivar di olive, di formaggi… Tanti vitigni, si parla della cantina, che crescono, sviluppano i loro tratti unici, nei vari, diversissimi, territori italiani: sono i cosiddetti vitigni autoctoni, che dopo un lungo periodo di oblio per non pochi di essi, sono tornati, stanno tornando a dire della nostra grande biodiversità. Forse è in parte moda come altre, ma in molti casi esprime una ricchezza unica, profumi e sapori senza eguali.
Nella visione dell’Angelo, in quella personale di Federico, non poteva mancare l’attenzione per questi vitigni e vini che sono diretta conseguenza di un suolo, di una terra, di una storia. Nella carta sempre in crescita dell’osteria trova spazio tanta Franciacorta, ma anche Lugana, Cellatica, Botticino, Valtènesi… Senza per questo non rendere dovuto omaggio ad altre regioni e territori italiani e a quel concentrato di tradizione e storia altrui che è lo Champagne.